Sinner ha avuto un “momento di totale oscurità” dopo aver appreso della positività ai test antidoping
Sinner stava gareggiando all’Indian Wells Open quando risultò positivo per due volte alla sostanza proibita. L’italiano non ha ricevuto una sospensione provvisoria ed è seguita un’indagine privata di cinque mesi.
Pochi giorni prima dell’inizio degli US Open in agosto, la storia è diventata pubblica. Dopo l’indagine, l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha scagionato Sinner, sostenendo che non aveva alcuna colpa per i test positivi, e che il n. 1 ha evitato un divieto.
Sinner ha spiegato agli investigatori che una quantità trascurabile di clostebol è entrata nel suo sistema a sua insaputa dopo i massaggi del suo fisioterapista, che aveva usato uno spray per un dito tagliato che conteneva tracce di clostebol.
Tuttavia, l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha presentato ricorso contro il verdetto dell’ITIA. Sebbene l’organismo non abbia contestato la versione di Sinner su come la sostanza sia entrata nel suo sistema, la WADA ritiene che abbia qualche colpa per ciò che è accaduto.
Sinner rischia una squalifica da uno a due anni. Sul ricorso deciderà il Tribunale Arbitrale dello Sport, con decisione attesa all’inizio del 2025.
È stata senza dubbio una prova incredibilmente stressante per Sinner. Il 23enne ha ammesso che il suo allenatore, Darren Cahill, è diventato una figura molto importante, aiutandolo a sentirsi protetto dopo aver scoperto la positività ai test.
Il sostegno di Cahill al giocatore Sinner rimane incrollabile. L’australiano ha recentemente ribadito la sua opinione secondo cui l’italiano non ha fatto nulla di male e ha definito il vincitore dell’Australian Open e dello US Open un’ispirazione.
In un’intervista con Esquire UK, Sinner ha ricordato l’inizio del processo, prima che Cahill potesse sostenerlo, quando gli è stato detto dei test positivi e di quanto fosse scioccante.
“Non auguro a nessuno di vivere quello che ho passato io. Ero a Montecarlo e Alex Vittur mi ha chiamato e mi ha detto ‘Jannik, sei positivo’. Io ho risposto ‘sì Alex, sono sempre positivo’. E mi ha detto ‘no Jannik, sei positivo al doping’.”
“Ho avuto un momento di buio totale, non sapevo cosa dire. Dalla mia bocca non è uscito nulla. Ho subito cercato di capire come fosse potuto succedere, non avevo fatto niente. Non volevo nemmeno credeteci: mi sentivo perso.”
Sinner ha ammesso che è stata dura non poterne parlare con nessuno e ha riflettuto su quanto questo lo abbia influenzato in tornei come Wimbledon, dove ha perso contro Daniil Medvedev mentre lottava fisicamente.
“È stata dura. Non potevo parlarne con nessuno, chi mi conosceva e mi vedeva giocare si accorgeva che qualcosa non andava. A Wimbledon ero bianco in campo, ma anche dopo ho avuto paura”.
“A Cincinnati sono andato al club e mi sono chiesto: ‘Come mi guarderanno gli altri giocatori? Cosa penseranno di me?’ È stato allora che ho capito davvero chi sono i miei amici.”
Il numero 1 del mondo ha fatto un ottimo lavoro rimanendo concentrato sul campo durante tutto il processo, e proverà a farlo di nuovo alle ATP Finals.
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