Lorenzo Insigne vuole sfuggire al freddo canadese
Ma cosa significa per il Toronto FC?
Certo, il progetto MLS è bello, ambizioso e persino rivoluzionario per certi versi. Ma mettere un ragazzo come Insigne, che ha sentito la pressione elettrizzante delle notti europee e ha sentito la folla ruggire come un’opera al San Paolo (ora Stadio Diego Armando Maradona), in un campionato che sta ancora trovando i suoi piedi sembra, beh, un po’ strano.
Quando Insigne è approdato al Toronto FC nel 2022, è stato un momento. La stella italiana avrebbe dovuto portare il calcio canadese al livello successivo. Un grosso contratto, lo status di superstar mondiale e tutti i fronzoli che un giocatore potrebbe sognare. Sulla carta? Un sogno. Nella realtà? Non proprio.
Sì, Insigne ha avuto sprazzi di quella brillantezza che lo ha reso un nome familiare, ma l’intera situazione non era esattamente l’ideale. Il Toronto FC, nonostante tutto il clamore, non è mai diventato davvero una potenza della MLS. Gli infortuni, la mancanza di sintonia in squadra e, diciamolo, un livello tecnico ancora lontano da quello sperimentato da Insigne in Serie A, hanno fatto sì che l’esperienza perdesse il suo splendore.
E poi c’è il meteo. Non indorate la pillola, è un ragazzo napoletano. Gli piace tutto quel caldo mediterraneo, il sole e la brezza marina. Ora immaginate lo stesso ragazzo che affronta gli inverni gelidi di Toronto. Non serve essere un genio per capire che il suo termostato emotivo ha iniziato a scendere tanto velocemente quanto la neve si è accumulata.
Entrano due club italiani, pronti a salvare Insigne dal suo “esilio calcistico”. La Fiorentina e il Como hanno puntato gli occhi sulla stella e hanno campi completamente diversi.
La Fiorentina, un club con una storia e grandi ambizioni in Serie A, sembra la scelta ovvia se Insigne non vede l’ora di tornare sotto i riflettori del calcio europeo. È una squadra che balla sempre sul filo delle competizioni continentali e Insigne potrebbe facilmente subentrare come il maestro che stanno invocando a gran voce.
Il Como, però, è l’incognita, una scommessa romantica. Sono una squadra in ascesa in Serie B con investitori ambiziosi e grandi sogni di risalire in Serie A. È come quell’amico che ti convince a buttarti su un’idea folle e, a volte, funziona davvero. Rendere Insigne il volto del loro progetto sarebbe un colpo da maestro, un oro di marketing e un punto di svolta in campo.
Ma ecco il punto, non si tratta solo di soldi o tattiche. Si tratta di casa. Insigne sembra avere nostalgia di casa. Gli manca l’Italia, la cultura, la lingua, la sua famiglia. Gli manca giocare in stadi intrisi di storia, dove ogni partita sembra una lotta tra gladiatori. La MLS è fantastica se stai cercando stabilità finanziaria o vuoi allontanarti dai riflettori. Ma a 32 anni, Insigne sa di avere ancora benzina nel serbatoio per brillare ai massimi livelli.
Per il Toronto FC, perdere Insigne sarebbe un duro colpo, ma forse inevitabile. Se se ne va, dovranno rivedere a lungo e attentamente la loro strategia. La MLS non può affidarsi solo a nomi di spicco per catturare l’attenzione. Devono costruire solide fondamenta, sviluppare talenti locali e capire come distinguersi sulla scena mondiale. Portare Insigne potrebbe essere stato un passo troppo grande, troppo presto, per il Toronto.
Questa saga è tutt’altro che finita, però. Finché le valigie di Insigne non saranno pronte, tutto può succedere. Forse il Toronto FC farà di tutto per promettere rinforzi e grandi cambiamenti. Forse la Fiorentina o il Como metteranno sul tavolo un accordo irresistibile. O chissà, forse un contendente a sorpresa si lancerà e capovolgerà la sceneggiatura di tutta questa storia.
Leave a Reply